1665 Impero ottomano

1665
Il sultano Maometto IV concede alla Repubblica di Genova la riapertura dei commerci con l’Impero ottomano

1665 Impero ottomano

Documento cartaceo, mm 1451 x 414. AS Ge, Archivio Segreto, 2737 D, n. VIII. Bibliografia: Casoni 1800, VI, pp. 104-120; Canale 1855, II, pp. 316-328; Manfroni 1896, pp. 783-786; Pastine 1952, pp.17-23 ; Vitale 1941, pp. 198-228.; Turcherie 2014, p. 76 n. 1.

Oltre un secolo dopo le trattative avviate da Genova nel 1556 per riprendere le relazioni politiche e commerciali con la Porta e fallite a causa dell’opposizione dell’ambasciatore francese, il nobile genovese Gio. Agostino Durazzo giunge a Costantinopoli al seguito dell’ambasceria inviata dall’Impero per ripristinare le relazioni diplomatiche compromese dalla guerra austro-turca. Ottenuto l’aiuto dell’interprete della Porta, il dragomanno Panaioti Nicolosio, un greco di Galata sposato con una genovese della famiglia Calvo, prende visione degli accordi stipulati dal Sultano con Inghilterra, Olanda, Francia e Venezia, e riesce a presentare le richieste del governo genovese al Gran Visir Ahmed Koprülü. Dopo lunghe trattative il Durazzo riuscirà ad ottenere dalle mani stesse del Visir il ferman, emesso nella forma consueta dei trattati tra la Sublime Porta e le potenze occidentali (Capitolazioni o ahidnâme), che concede ai genovesi la riapertura dei commerci con l’Impero Ottomano e la libertà di culto in una delle chiese cristiane ancora esistenti a Galata