1199 Costantinopoli
1199, marzo,
L’imperatore Alessio III Angelo Comneno chiede al Comune di Genova l’invio di ambasciatori per riprendere i rapporti di amicizia precedentemente interrotti
Documento cartaceo, mm 350 x 265. Lingua greca seguita da traduzione latina, menologio imperiale in inchiostro rosso. AS Ge, Archivio Segreto, 2737 D, doc. E. Bibliografia: Miklosich-Muller 1865, III, pp. 46-47; Bertolotto 1897, pp. 464-467; Codice diplomatico 1936-1942, III, pp. 145-147; Origone 1992, pp. 93-95, 281.
I rapporti tra Genova e l’Impero bizantino ricevono una prima conferma ufficiale con l’invio di ambasciatori da parte dell’imperatore Manuele Comneno e la concessione ai genovesi di un primo quartiere all’esterno della città di Costantinopoli, nel 1155. L’embolo di Santa Croce, nel quale i genovesi si insediano solo alcuni anni più tardi, subisce nel 1162 un saccheggio a opera di pisani e veneziani con l’appoggio della popolazione greca; analoga sorte tocca, nel 1171, al nuovo quartiere di Kopairon, situato all’interno delle mura e presso il Corno d’Oro. Nel 1182 una rivolta popolare istigata dall’usurpatore Andronico Comneno costringe alla fuga tutti i mercanti latini presenti a Costantinopoli. I rapporti diplomatici e commerciali con i Comuni di Venezia, Pisa e Genova vengono ripristinati dall’imperatore Isacco II Angelo, asceso al potere nel 1185. Nel 1192 i genovesi ottengono la restituzione e l’ampliamento del quartiere loro assegnato, ma nello stesso anno l’attacco sferrato da alcuni pirati contro una nave che recava all’imperatore doni da parte di Saladino provoca un nuovo periodo di crisi, risolto nel 1193 con l’invio di ambasciatori da Genova. A seguito delle scorrerie compiute contro le città costiere e le isole dell’Egeo da Gafforio, già ammiraglio e rappresentante del Comune di Genova ad Acri, l’imperatore Alessio III, che nel 1195 aveva usurpato il trono al fratello Isacco, priva la comunità genovese di Costantinopoli dei benefici accordati, ne sequesta i beni e favorisce il saccheggio del quartiere da parte dei mercenari tedeschi. Solo a seguito dell’uccisione di Gafforio, attirato con la promessa dell’immunità e catturato a tradimento, Alessio III riprende per mezzo dell'inviato Nicolò Medico le relazioni diplomatiche con Genova, che portano nel 1201 all’assegnazione di un nuovo embolo ai genovesi.
Il documento esposto ha la forma della lettera (basilikòn, "scritto regale"), il principale strumento utilizzato dalla cancelleria bizantina per la cura delle relazioni internazionali con l’Occidente. Tra il testo greco e la sua traduzione latina l’imperatore apponeva di propria mano e con l’inchiostro rosso, ottenuto con il cinabro e il cui utilizzo era riservato a lui solo, la data (menologio) che valeva come sottoscrizione.
L’Archivio di Stato di Genova è l’unico archivio al mondo a conservare documenti originali bizantini del XII secolo: lettere e privilegi, sottoposti ad accurato restauro nel 2006 grazie al contributo della Fondazione Carige.