1168 Gibelletto

1168, marzo, Gibelletto
Ugo Embriaco, signore di Gibelletto, concede ai genovesi l’esenzione da ogni imposizione doganale in Gibelletto.

Terrasanta_3

Documento membranaceo, mm. 270 x 205. AS Ge, Archivio Segreto, 2720, n. 57. Bibliografia: Codice diplomatico, II, pp. 74-75; Cardini 1994, pp. 41-45; I Libri Iurium 1992-2002, I/2, n. 339; Airaldi 2006, pp. 119-132; Basso 2011, pp. 89-90; Tutti i genovesi 2015, pp. 49-50; Genova nel Medioevo 2016, pp. 140, 193-194.

Il 26 giugno 1109 Bertrando, conte di Saint-Gilles, dona alla chiesa di San Lorenzo di Genova il possedimento di Gibelletto (Jebail), il castello del connestabile Ruggero e la terza parte di Tripoli, con le isole e il porto, affidandone il possesso nelle mani di Guglielmo Embriaco e altri genovesi alla presenza di Baldovino re di Gerusalemme. Guglielmo Testadimaglio e i suoi discendenti si insediano in Terrasanta ricevendo in feudo dal Comune di Genova il territorio di Gibelletto e beni immobili ad Antiochia, San Simone e Laodicea. La concessione del privilegio, che i documenti fanno risalire al 1125, interviene forse a fornire una patente di legittimità a una situazione instauratasi di fatto e a fissare un termine cronologico (20 anni) e un corrispettivo (il canone annuo da pagare alla chiesa di San Lorenzo) al dominio esercitato da un singolo cittadino e dai suoi discendenti. Il mancato rispetto degli accordi da parte degli Embriaci negli anni successivi viene compensato, con l’assenso del Comune di Genova, con il pagamento di somme forfettarie e di scarsa entità.
I due rami discendenti da Guglielmo Caput Mallei ricevono dai consoli del Comune, nel gennaio 1154, nuove concessioni in feudo: Guglielmo II per Gibelletto e Laodicea, Ugo e Nicola per i possedimenti in Acri e in Antiochia. Il rapporto della dinastia di Gibelletto con Genova è ormai sempre più distaccato, mentre si rafforzano quelli con il conte di Tripoli e la nobiltà provenzale di Terrasanta. La signoria di Ugo, figlio di Guglielmo II, assume le caratteristiche di una vera corte che emana atti sovrani. La concessione delle esenzioni fiscali agli abitanti della città e dell’arcivescovato di Genova, che non è altro se non un atto dovuto, in considerazione del fatto che proprio dal Comune discende la legittimazione della dinastia, è promulgata dal cancelliere Rubaldo su mandato di Ugo Embriaco, «per grazia di Dio signore di Gibelletto». Il sigillo apposto al documento – oggi perduto, ma descritto nella trascrizione autentica del privilegio riportata nel più antico rimasto dei Libri Iurium – reca impressa da un lato l’immagine di San Lorenzo, dall’altro l’effigie del fondatore della dinastia, raffigurato in armi e a cavallo, con la legenda Sigillum Guilielmi Ebriaci.

G.O.