Il lavoro in antico regime

Il lavoro lascia tracce nelle carte e nei fondi archivistici in molteplici modi, anche rispetto alla documentazione più antica pervenutaci. Le carte delle antiche abbazie medievali, ad esempio, contengono molti contratti di locazione fondiaria: atti giuridici strettamente connessi con l'esercizio delle attività agricole svolte dagli affittuari che spesso corrispondevano parte del canone direttamente con il frutto del proprio lavoro. Nella dimensione contrattualistica, rappresentata dai fondi notarili con una varietà e ricchezza strabiliante, emergono ulteriori informazione sul lavoro e sulle sue caratteristiche: contratti di prestazione d'opera, assegnazioni di incarico, quietanze e altre transazioni che si fondano sullo scambio tra  lavoro e corrispettivo. L'organizzazione della società attraverso forme politiche via via sempre più complesse porta precocemente il potere politico ad interessarsi al mondo produttivo, innanzi tutto per ragioni di carattere fiscale (si rinvia in questo senso ai fondi Antico comune, Camera della Repubblica di Genova, Banco di S. Giorgio) e in qualche misura anche per disciplinare i rapporti di lavoro (si veda in particolare i fondi Arti e Archivio segreto). In realtà però prima della Rivoluzione francese il quadro giuridico e sociale è tanto differente dall'attuale da fornire davvero pochi elementi di confronto diretto.
Le caratteristiche strutturali che caratterizzano l'organizzazione del lavoro in questo periodo sono due: l'organizzazione corporativa di coloro che esercitano uno specifico mestiere e il ricorso, sempre meno diffuso via via che ci si avvicina alla contemporaneità, al lavoro degli schiavi.





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