Da Genova alle Indie

Quella dei mercanti genovesi che scelgono di percorrere uno qualunque degli itinerari che conducono fino all’India e alla Cina (da Laiazzo in Armenia Cilicia; da Trebisonda nel mar Nero; da Tana nel mar d’Azov) è una storia di uomini, resa frammentaria dalla mancanza di racconti di prima mano, dalla tradizionale “politica del segreto”, dalle troppe perdite di documenti. Ad attestare il gran numero dei mercanti che lasciano Genova per percorrere la via del Cathay sono scrittori del tutto imparziali: Giovanni Boccaccio, che indica le «parole d'alcuni genovesi e d'altri uomini che in quelle contrade stati sono» come fonte della novella di Nathan (Decameron, X, 3), splendido ospite «nelle parti del Cattaio» di viaggiatori nel suo palazzo, costruito su un percorso quasi obbligato per ciascuno «che di Ponente verso Levante andar voleva o di Levante venire in Ponente»; Francesco Balducci Pegolotti, che nel suo manuale di mercatura ragguaglia a quelle genovesi le unità di peso e misura in uso in Cina.





Via della seta cover 2
Immagine di pubblico dominio tratta da Livre des merveilles (BNF Fr2810)




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