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Gli affreschi
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Gli affreschi del loggiato visti dal cortile |
Il restauro ha portato alla luce dipinti in affresco su tutte le volte delle sale situate al piano terreno della villa. Il programma iconografico, basato sul concetto della “predestinazione”, utilizza temi biblici e mitologici, sottolineando l’importanza della famiglia e le aspettative che i committenti riponevano nel matrimonio celebrato nelle storie raffigurate. È difficile, se non impossibile, leggere in modo ordinato il ciclo di affreschi : la superficie pittorica è andata persa o si è conservata solo parzialmente a causa dei danni provocati nel corso del tempo agli intonaci e dalle scialbature commissionate dai gesuiti. La tipologia architettonica della villa presuppone che essa sia stata realizzata nell’arco del 1540-1560, così come l’apparato decorativo che per temi e stile appartiene al periodo del Manierismo. Grazie alle fonti abbiamo conferma della paternità di coloro che realizzarono la decorazione della villa: si tratta dei Semino, famiglia di pittori, e in particolare di Antonio e dei suoi due figli, Andrea e Ottavio, che svolsero in periodi differenti un ruolo significativo nell’esecuzione degli affreschi. Le decorazioni degli ambienti del piano terra, destinati presumibilmente a domicilio privato, dovrebbero risalire agli anni Quaranta - Sessanta del Cinquecento e sono collegate al tema nuziale. Pietro Boccardo e Clario Di Fabio hanno distinto due fasi decorative: la prima che riguarda il piano terra, la loggia e la scala voltata, caratterizzata da modi ancora perineschi e realizzata entro gli anni Quaranta da Antonio Semino e da alcuni suoi aiutanti; la seconda, collocabile negli anni Sessanta, limitata al salone e assegnata ad Andrea Semino e collaboratori, tra cui il fratello Ottavio per la presenza di figure e di modelli raffaelleschi che saranno uno dei suoi tratti futuri. Al piano superiore, gli affreschi della loggia che raffigurano Le storie di Psiche e Il Concilio degli Dei vennero realizzati da Antonio Semino, mentre nel salone contiguo l’affresco che rappresenta il Ratto delle Sabine è opera di Andrea Semino.