25 aprile - Festa della Liberazione

Quest’anno, a causa del Covid-19, l’anniversario della Liberazione non potrà essere celebrato con manifestazioni pubbliche. Paradossalmente, però, questo può darci l’occasione di ripensare al 25 aprile nel suo vero significato storico, e non come mera occasione di un giorno di vacanza. Abbiamo deciso di dedicare a questa nostra Festa nazionale un percorso attraverso le fonti storiche conservate nell’Archivio di Stato di Genova. Ci sembra quanto mai opportuno che ad aprire il percorso siano le parole pronunciate dal Presidente Sergio Mattarella in occasione delle celebrazioni svolte a Vittorio Veneto il 25 aprile 2019. Il testo integrale del discorso è pubblicato sul sito del Quirinale:
Presidente Mattarella 25 aprile

«Festeggiare il 25 aprile significa celebrare il ritorno dell’Italia alla libertà e alla democrazia, dopo vent’anni di dittatura, di privazione delle libertà fondamentali, di oppressione e di persecuzioni. Significa ricordare la fine di una guerra ingiusta, tragicamente combattuta a fianco di Hitler. Una guerra scatenata per affermare tirannide, volontà di dominio, superiorità della razza, sterminio sistematico.

Se oggi, in tanti, ci troviamo qui e in tutte le piazze italiane è perché non possiamo, e non vogliamo, dimenticare il sacrificio di migliaia di italiani, caduti per assicurare la libertà a tutti gli altri. La libertà nostra e delle future generazioni.

A chiamarci a questa celebrazione sono i martiri delle Fosse Ardeatine, di Marzabotto, di Sant’Anna di Stazzema e di tanti altri luoghi del nostro Paese; di Cefalonia, dei partigiani e dei militari caduti in montagna o nelle città, dei deportati nei campi di sterminio, dei soldati di Paesi stranieri lontani che hanno fornito un grande generoso contributo e sono morti in Italia per la libertà. Questo doveroso ricordo ci spinge a stringerci intorno ai nostri amati simboli: il tricolore e l’inno nazionale.

È il dovere, morale e civile, della memoria. Memoria degli eventi decisivi della nostra storia recente, che compongono l’identità della nostra Nazione da cui non si può prescindere per il futuro».

L’Archivio di Stato conserva tra il suo patrimonio diversi fondi archivistici di particolare interesse per la storia della Resistenza e, più in generale, per quella di Genova durante l’occupazione nazifascista. Si tratta di fonti capaci di rappresentare in modo straordinariamente vivido, da punti di vista diversi e talora contrapposti, i medesimi eventi e gli stessi personaggi.

Il principale punto di vista, in ragione della missione istituzionale dell’Archivio, non può che essere quello dello Stato. Un punto di vista che, al netto di una forte tendenza conservativa, nei pochi anni compresi tra la caduta del governo Mussolini del 25 luglio del 1943 e l’attentato a Palmiro Togliatti del 14 luglio del 1948, muta più volte angolazione. Pochi anni incredibilmente densi di eventi tragici che non possono essere qui singolarmente evocati.

Alla capacità critica dell’utente e dello storico resta non tanto l’onere di individuare le notizie o le informazioni riportate dai documenti, quanto piuttosto quello di darne un’interpretazione ponderata, oggettiva, e rispettosa della dignità umana dei protagonisti di vicende su cui poggiano le fondamenta dell’Italia repubblicana e costituzionale.

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